News 2015
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Analisi dell'ondata di maltempo del 4-7 febbraio 2015 nella provincia di Pesaro-Urbino
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a cura di Danilo Tognetti[1], Angela Sanchioni[2]
Nell'ultima parte del mese di gennaio, dopo un lungo periodo di dominanza anticiclonica, una parte del vortice polare è riuscita a scendere verso l'Europa centro-settentrionale instaurando la sua roccaforte in prossimità del Mare del Nord. Da lì è partita una sequenza di minimi barici al suolo che ha interessato anche le latitudini più basse raggiungendo in particolare il centro del Mediterraneo quando la traiettoria dei flussi freddi settentrionali ha permesso un aggiramento da ovest della barriera alpina. Le Marche, così come buona parte della penisola italiana, non sono state risparmiate dai bassissimi valori di pressione imposte dal vortice, come testimonia, per esempio, il valore di 922hPa registrati dalla stazione di Urbino (di proprietà dell'Osservatorio Meteorologico A. Serpieri di Urbino), valore decisamente basso che rappresenta il nuovo record dalle stazione da quando è entrata in funzione (aprile 2000).
Tale dinamica ha causato anche persistenti condizioni di instabilità, particolarmente intense in regione nel periodo 4-7 febbraio, quando uno tra i minimi depressionari è riuscito a portarsi dalle Baleari verso il Tirreno centrale, posizione questa che ha permesso il prolungato richiamo di correnti umide in entrata dall'Adriatico. In base ai dati rilevati dalla nostra rete di rilevamento la provincia di Pesaro-Urbino è stata quella che ha subito i fenomeni più intensi e duraturi (Figura 1) con un totale medio provinciale di pioggia caduta pari a 97mm[3]; valore elevato che vale più del doppio della precipitazione che di solito cade nell'intero mese di febbraio (pari a 54mm, media del periodo di riferimento 1981-2010[4]) e circa il 50% della normale pioggia dell'intera stagione invernale (195mm). I picchi giornalieri più intensi si sono avuti il giorno venerdì 6 a Montefelcino con 80mm (ottavo valore più alto per la stazione da quando è in funzione) e Urbino con 63mm (decimo valore più alto). Dunque, le abbondanti piogge che hanno colpito l'entroterra, insieme ai venti sostenuti che provenivano dai settori nord-orientali (a Pesaro per esempio, la raffica massima del giorno 6 è stata di 75 km/h) hanno probabilmente provocato il rigonfiamento dei corsi d'acqua, per l'eccessiva quantità di pioggia, che poi non hanno trovato libero sfogo alla foce a causa dell'ingrossamento del mare Adriatico; il fiume Foglia, in alcuni tratti esondato, ha causato ingenti danni per allagamenti alle colture, abitazioni ed attività produttive.
Località | Precipitazione totale 4-7 febbraio (mm) | Precipitazione totale 6 febbraio (mm) |
Novafeltria[5] | 143 | 89 |
Montefelcino | 130 | 80 |
Urbino | 119 | 63 |
Sant'Angelo in Vado | 103 | 57 |
Montelabbate | 101 | 57 |
Cagli | 100 | 45 |
Tabella 1. Località della provincia di Pesaro-Urbino con precipitazione totale 4-7 febbraio superiore a 100mm.
Figura 1. Mappa precipitazione totale 4-7 febbraio
Fano (fonte Corriere Adriatico)
Fano (fonte Corriere Adriatico)
Fano (fonte Corriere Adriatico)
[1] Servizio Agrometeo ASSAM Regione Marche, tognetti_danilo@assam.marche.it
[2] Servizio Agrometeo ASSAM Regione Marche, calps@regione.marche.it
[3] Nel testo, per i dati medi regionali e provinciali, si fa riferimento ai dati di temperatura misurati da 14 stazioni del Servizio Agrometeo ASSAM - Regione Marche, scelte come rappresentative di tutto il territorio regionale. I dati antecedenti al 1999 provengono da altrettanti stazioni dell'ex Servizio Idrografico di simili caratteristiche geografiche. Per le medie provinciali si fa riferimento alle stesse stazioni suddivise per provincia.
[4] 1981-2010 periodo di clima normale (Cli.No., Climatic Normals) scelto secondo le indicazioni del World Meteorological Organization (WMO, 1989: “Calculation of Monthly and Annual 30-Year Standard Normals”, WCPD-n.10, WMO-TD/N.341, Geneva, CH)
[5] Stazione della rete ASSAM non più in regione
Analisi dell'ondata di maltempo del 4-6 marzo 2015 nelle Marche
a cura di Danilo Tognetti, Michela Busilacchi
Dopo quella del mese scorso e quella della settimana scorsa, la nostra regione è stata colpita da un'altra intensa ondata di maltempo, causa di danni e disagi per i forti venti, le abbondanti precipitazioni e le nevicate che hanno imbiancato vaste zone dell'entroterra appenninico. Ancora una volta l'origine del maltempo è stato un vortice depressionario che, formatosi a seguito di una discesa di aria fredda artica marittima, ha stazionato per ore sul basso Tirreno favorendo l'ingresso di sostenute correnti molto fredde dai Balcani che giocoforza hanno investito maggiormente il versante adriatico. La fase più acuta dell'evento è inquadrabile, per le Marche, tra i giorni 4 e 6 marzo.
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Analisi dell'ondata di maltempo del 26 maggio 2015 nel maceratese
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Dopo Erik, depressione causa di forte maltempo anche nelle Marche, flussi di aria fredda settentrionale hanno continuato ad interessare la nostra penisola provocando ancora violenti fenomeni dal carattere sparso. Tale sorte è toccata anche alla nostra regione, dove l'aria fredda ed instabile in ingresso dall'Adriatico, sollevando l'aria calda e molto umida presente sul territorio, ha dato origine a temporali in alcuni casi anche grandigeni.
Secondo la rete di rilevamento agrometeo dell'ASSAM le piogge più intense sono state rilevate dalla stazione di Santa Maria Nuova dove tra le ore 13 e le ore 14 sono caduti 34mm di pioggia, e dalla stazione di Tolentino[1] con un totale orario di 27mm sempre tra le 13 e le 14; valori decisamente elevati che ricadono tra i primi dieci totali orari più alti rilevati dalle due stazioni da quando sono state messe in funzione.
Le cronache locali riportano di temporali e grandinate che hanno colpito il maceratese. In effetti la stazione di Montefano, ha rilevato una pioggia di 11mm in soli dieci minuti, tra le 12:50 e le 13:00; valore anche questo elevato corrispondente ad una pioggia oraria di oltre 60mm.
La natura estremamente localizzata dei fenomeni non ha permesso di rilevare altri valori elevati, in particolare per la zona di Macerata. Ma se facciamo riferimento alla stazione del Dipartimento della Protezione Civile della Regione Marche, posta in zona Montalbano, allora si osserva che in una sola mezzora, tra le 12:30 e le 13:00, è stata misurata una pioggia di 43mm che corrisponde ad un totale orario di ben 86mm pari in pratica alla pioggia che in zona di Macerata cade nell'intero mese di maggio(!)[2]. D'altra parte, 43mm rappresenta il massimo valore orario per la stazione dal 1990 e cioè da quando i dati sono disponibili, corrispondente ad un tempo di ritorno di 42 anni.
Macerata (foto pubblicata da Giulia Ciccarelli sul gruppo facebook 'Sei di Macerata se...')
Aggiornamento sull'ondata di calore di luglio 2015 nelle Marche
a cura di Danilo Tognetti[1], Michela Busilacchi[2]
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Continua l'ondata di calore sul Bacino del Mediterraneo ed in particolare sulla nostra regione, ne abbiamo parlato in precedenza qui, ne parleremo ancora in questo documento, aggiornando i dati fino al giorno 21 (ad oggi, gli ultimi disponibili).
Arrivati al ventesimo giorno ed oltre di persistenza anticiclonica (africana), le elevate temperature stanno avendo come conseguenza la progressiva perdita di umidità dei suoli, a causa della considerevole evapotraspirazione, che non viene poi bilanciata da un'adeguata ricarica da parte delle precipitazioni, queste in fisiologico calo nel periodo estivo. Qualche effetto, tutto sommato contenuto, lo si comincia a vedere in alcune colture, in certi casi accentuati dalle brezze, di mare durante il giorno, di terra nel corso della notte, che tendono "a portare via" ulteriore umidità.
Per dare qualche numero, in base ai dati rilevati dalla nostra rete di rilevamento agrometeo, nel periodo 1-21 luglio, la temperatura media regionale è stata di 26,7°C[3] superiore di ben +3,4°C rispetto al valore medio dell'intero mese luglio per il periodo 1981-2010 (media di riferimento[4]). Ad oggi quindi, luglio si sta dimostrando come il più caldo per le Marche dal 1961, con una differenza di +0,9°C rispetto ai 25,8°C record attuale appartenente all'anno 2012. Dicevamo dell'evapotraspirazione, elevata, ed in effetti il valore medio regionale di 86mm[5] (108mm è la media per l'intero mese di luglio nel trentennio 1981-2010) supera di molto la pioggia caduta in questi primi ventuno giorni del mese, pari ad appena 3mm (-95% rispetto al 1981-2010).
Europa. Mappa anomalia geopotenziale a 500mb (m), periodo 1-18 luglio 2015 rispetto al 1981-2010. La mappa mostra come il Vecchio Continente sia stato sotto scacco dall'alta pressione in risalita dal Nord-Africa e dall'aria calda in seno ad essa.
Marche. Temperatura media mensile del mese di luglio (°C), dal 1961 al 2015
Marche. Anomalia evapotraspirazione (a sinistra), in mm, e temperatura (a destra), in °C, periodo 1-21 luglio 2015 rispetto al 1999-2014.
[1] Servizio Agrometeo ASSAM Regione Marche, tognetti_danilo@assam.marche.it
[2] Servizio Agrometeo ASSAM Regione Marche, busilacchi_michela@assam.marche.it
[3] Nel testo, per i dati medi regionali, si fa riferimento ai dati di temperatura misurati da 14 stazioni del Servizio Agrometeo ASSAM - Regione Marche, scelte come rappresentative di tutto il territorio regionale. I dati antecedenti al 1999 provengono da altrettanti stazioni dell'ex Servizio Idrografico di simili caratteristiche geografiche. Per le medie provinciali si fa riferimento alle stesse stazioni suddivise per provincia.
[4] 1981-2010 periodo di clima normale (Cli.No., Climatic Normals) scelto secondo le indicazioni del World Meteorological Organization (WMO, 1989: “Calculation of Monthly and Annual 30-Year Standard Normals”, WCPD-n.10, WMO-TD/N.341, Geneva, CH)
[5] evapotraspirazione di riferimento calcolata con il metodo di Hargreaves-Samani
Un'estate "normale"
In riferimento a questo, si può dire che anche per le Marche è stata una estate "normale"...