Analisi dell’ondata di freddo che ha colpito le Marche nel periodo 13-23 marzo 2021
Nelle occasioni in cui l’Atlantico chiude i rubinetti, nel senso che si interrompe il flusso di correnti per loro natura umide che dall’oceano si riversano sul continente europeo, si innesca un movimento delle masse d’aria che si sviluppa lungo i meridiani. Il promontorio anticiclonico che dallo stesso oceano prende origine e che con il passare dei giorni si espande fino alle latitudine artiche inibisce, appunto, la usuale circolazione ovest-est, va a “stuzzicare” l’aria gelida nordica aiutandola a fluire verso il comparto continentale centro-orientale. Proprio una tale dinamica è stata la causa del freddo che ha interessato l’Italia dalla seconda decade del mese di marzo, investita dal flusso di correnti nordiche giunte in gran parte dai Balcani. Analizzando i dati rilevati da alcune stazioni meteo scelte come rappresentative dell’intero territorio regionale1, si osserva come l’aria fredda abbia iniziato ad interessare la nostra regione dal giorno 13 quando la temperatura media regionale è iniziata a scendere (figura 1). Il calo termico fra il giorno più caldo (12 marzo) e quello più freddo (18 marzo) è stato di ben -9°C. Con i dati aggiornati al giorno 23 marzo, la temperatura media si mantiene ancora inferiore alla norma e il mese di marzo risulta il più freddo degli ultimi 25 anni. Interessante osservare che, se confrontato con i mesi di marzo più freddi per le Marche2 (figura 2), quelli degli anni 1962, 1971, 1987 e 1996, quest’anno la temperatura media non è scesa mai sotto la soglia dei 0°C come invece è accaduto negli episodi più lontani (1962, 1971 e 1987); stessa caratteristica si può osservare anche per marzo 1996. Forse anche questo fatto è una testimonianza del progressivo riscaldamento globale dovuto al cambiamento climatico in atto, riscontrabile anche nella nostra regione, che progressivamente sta alzando l’asticella dei valori termici medi. Tra le giornate di mercoledì 17 e sabato 20, in numerose località le temperature minime sono scese sotto la soglia dei 0°C anche per parecchie ore e questo potrebbe aver provocato qualche problema alle colture (tabella 1). Poco da segnalare sul fronte delle precipitazioni, verificatesi in maggior parte come nevicate sull’Appennino per effetto dello sbarramento orografico che la catena montuosa ha imposto alla massa d’aria fredda balcanica, non particolarmente umida in partenza, che ha raccolto poi quel poco di umidità marina offerta dalla superficie dell’Adriatico. Del resto, sempre con i dati aggiornati al giorno 23, la precipitazione totale media regionale, pari a 38mm, mostra un deficit di oltre il 41% rispetto alla norma3 del mese di marzo.