PROVE DIMOSTRATIVE DI FRUMENTO DURO E TENERO

NELLA REGIONE MARCHE

CAMPAGNE CEREALICOLE 2000/2001 E 2001/2002

 

 

La cerealicoltura rappresenta un settore molto importante per le aziende agricole marchigiane, considerato che circa 230.000 ettari sono destinati a cereali (il 40% della SAU totale), di cui 133.000 ettari a frumento duro e 36.000 ettari a frumento tenero. La grande diffusione del frumento duro non trova una giustificazione tecnica ma è il risultato ottenuto gradualmente dopo l’istituzione della PAC e il riconoscimento alla regione Marche dell’aiuto supplementare al grano duro.

Per l’importanza che riveste questo settore è necessario effettuare costantemente attività di ricerca, sperimentazione e dimostrativa sui materiali e sulle tecniche di coltivazione utilizzate, al fine di migliorare sempre più gli aspetti quantitativi e qualitativi delle produzioni.

L’ASSAM (Agenzia Servizi Settore Agroalimentare nelle Marche) nell’ambito della propria attività, riserva una parte molto importante al comparto cerealicolo ed in particolare al frumento duro e tenero; infatti da diversi anni svolge attività sperimentale e dimostrativa per verificare la rispondenza alla variabilità ambientale ed agronomica delle caratteristiche quantitative e qualitative dei  nuovi materiali che man mano vengono posti in commercio. Inoltre dal 1999, l’Agenzia ha attivato il Progetto “Qualità grano duro nelle Marche” che ha portato alla costituzione di una rete regionale fra stoccatori di cereali, allo scopo di incentivare lo stoccaggio differenziato delle partite secondo alcuni parametri qualitativi (contenuto proteico, peso ettolitrico, varietà, ecc.), con l’obiettivo di costituire grosse masse omogenee più gradite dall’industria e generalmente più valorizzate dal mercato rispetto a quelle non differenziate. Questo progetto ha consentito anche  l’avvio di un altro che ha portato alla costituzione della filiera del frumento duro e tenero (dalla materia prima fino al prodotto finito) per la produzione di prodotti con marchio regionale (pane, pasta e derivati) garantiti e certificati che assicurino il consumatore sulla qualità, sicurezza e tracciabilità degli stessi tramite l’adozione di un disciplinare di produzione che prevede tra l’altro anche un piano di controlli per la verifica della sua applicazione.

L’ASSAM per meglio valutare l’adattabilità dei materiali da utilizzare nei diversi ambienti della regione, ha organizzato, dallo scorso anno, delle prove dimostrative varietali di frumento duro, e da quest’anno anche di frumento tenero, condotte in collaborazione con le Associazioni Cerealicole marchigiane: AMAC, ACER MARCHE, ACEMAR MARCHE e APROCER.

L’obiettivo della dimostrazione è quello di verificare le caratteristiche qualitative e  produttive, nei diversi areali di coltivazioni, di quelle varietà considerate, sulla base dei risultati ottenuti nelle prove sperimentali parcellari, emergenti ed interessanti.

Le prove sono state condotte presso aziende distribuite su tutto il territorio marchigiano e quindi è stato possibile saggiare le varietà in una pluralità di ambienti diversificati fra loro per quanto concerne le condizioni agro-ambientali.

Il protocollo stabilito per la conduzione di queste prove prevede la semina su una superficie minima di 1 ettaro di una varietà test individuata per il frumento duro in “Meridiano” a confronto con altre due varietà emergenti scelte fra le seguenti: Arcobaleno, Claudio, Giotto, Iride, Orobel, San Carlo e Solex; mentre per il frumento tenero la varietà test è il “Bolero” e le varietà poste a confronto sono state scelte fra due frumenti di forza: Taylor e Sagittario e fra dei frumenti panificabili: Buon Pastor, Mieti, Enesco e Bilancia. Per quanto concerne la pratica agronomica (lavorazioni del terreno, concimazioni, trattamenti fitosanitari, ecc.) condotta, ci si è rifatti a quella della buona pratica agricola.

Alla raccolta del frumento sono stati prelevati dei campioni rappresentativi di granella i quali sono stati sottoposti ad analisi quantitative, qualitative e per il frumento duro anche a prove di pastificazione. Da queste prove sono state ricavate delle informazioni utili, considerando anche che le condizioni climatiche nell’anno 2001 hanno notevolmente influenzato negativamente la coltura, soprattutto a causa di ritorni di freddo tardivi nel mese di aprile manifestatesi sia nella fascia montana che nella fascia costiera del territorio marchigiano.

I dati elementari sono stati elaborati a livello regionale e per provincia (Tab. 1) e sono stati posti a confronto con i risultati della varietà test come di seguito riportato.

 

Nella provincia di Ancona sono state saggiate le varietà “Arcobaleno”, “Claudio”, “Grazia”, “Orobel” e “San Carlo” ed è emerso che nelle due campagne cerealicole (grafico 1) le varietà “Claudio” e “San Carlo” hanno presentato valori di contenuto proteico, indice di glutine, resa e peso ettolitrico sempre al di sopra della varietà test. Un buon indice di glutine e una discreta produttività sono presenti anche in “Arcobaleno”. L’indice di giallo (grafico 2) è risultato superiore al valore di “22” nelle varietà “Orobel”, “Grazia”, “Meridiano” e “San Carlo”.

Nella provincia di Ascoli Piceno le varietà emergenti poste a confronto con la varietà test sono state: “Claudio”, “Grazia”, “Iride” e “San Carlo”. Dal grafico 1 si può osservare che le varietà “Iride”, “San Carlo” e “Claudio” presentano contenuto proteico, indice di glutine, resa e peso ettolitrico superiori a quello del Meridiano. L’indice di giallo (grafico 2) è superiore al valore di “22” in tutte le varietà.

Le cultivar saggiate nella provincia di Macerata sono state: “Arcobaleno”, “Claudio”, “Grazia”, “Iride”, “Orobel”, “San Carlo” e “Solex”. Di queste varietà, quelle che hanno dato tutti i parametri, rappresentati nel grafico 1, superiori alla varietà test sono: “Claudio” e “San Carlo”; inoltre un buon indice di glutine è presente anche nella varietà “Arcobaleno”. L’indice di giallo (grafico 2) è superiore al valore “22” per le varietà: “Orobel”, “San Carlo”, “Meridiano” e “Grazia”.

Nella provincia di Pesaro – Urbino le varietà poste a confronto con la varietà test sono state “Arcobaleno”, “Grazia”, “Iride”, “San Carlo” e “Solex” ed è risultato (grafico 1) che le varietà “Arcobaleno” e “Iride” hanno l’indice di glutine e il peso ettolitrico superiori al test. Il contenuto proteico è in tutte le varietà in media con quello della varietà test; il peso ettolitrico è nettamente superiore e la resa generalmente inferiore. L’indice di giallo (grafico 2) è superiore per le varietà “Meridiano”, “San Carlo” e “Grazia”.

Riassumendo questi dati a livello regionale (grafico 3) possiamo osservare che le varietà “Claudio” e “San Carlo” presentano dei buoni parametri quanti-qualitativi e discrete caratteristiche qualitative sono rilevabili anche per “Arcobaleno” e “Iride”. Mentre per quanto concerne il colore (grafico 4), le varietà che più si sono evidenziate sono “Orobel” e “San Carlo”.

In collaborazione con l’Istituto Sperimentale della Cerealicoltura di Roma, sono state eseguite su dei campioni di frumento duro dell’annata 2000/2001 anche delle prove di pastificazione, con determinazione degli indici alveografici e di altre caratteristiche qualitative sulle singole varietà distinte per il livello del contenuto proteico >13 e <13 e per provincia. Da queste analisi sono stati ricavati interessanti risultati.

La granella è stata macinata e trasformata in semola e quindi pastificata nel formato spaghetti (diam. 1,4-1,6) utilizzando il metodo descritto da D’Egidio et al. (D’Egidio M.G., De Stefanis E., Fortini S., Galterio G., Nardi S., Sgrulletta D. and Bozzini A. 1982. Standardization of cooking quality analysis in macaroni and pasta products. Cer. Foods World 27(8): 367-368) e un diagramma di essiccamento tradizionale (70-75° C). I campioni di pasta sono stati poi sottoposti ad analisi sensoriale effettuata da un gruppo di esperti assaggiatori che ha giudicato le caratteristiche organolettiche dei prodotti dopo cottura.  A tal fine 100 g di spaghetti sono stati cotti in acqua di rubinetto standard, senza aggiunta di NaCl, per il tempo di 13’. Gli spaghetti sono stati poi scolati e lasciati riposare per 9 min. A questo punto sono stati valutati il nervo (resistenza allo schiacciamento), la collosità (sostanze presenti sulla superficie degli spaghetti) e l’ammassamento   (tendenza degli spaghetti a restare in una massa unica) con un punteggio da 10 a 100 (rispettivamente da pessimo a eccellente). Il valore di cottura (giudizio organolettico) è la media aritmetica dei giudizi espressi dai singoli assaggiatori. Sulla semola (250 g) sono stati determinati gli indici alveografici utilizzando il metodo originale di Chopin. In generale l’indice W viene utilizzato per definire la qualità della rete proteica e l’indice P/L descrive l’equilibrio tra la tenacità e l’estensibilità dell’impasto.

Per esaltare entro la varietà l’effetto del contenuto proteico sugli altri fattori di qualità, 3 cultivars sono state miscelate, indipendentemente dalla provenienza, sulla base della quantità di proteine accumulate considerando il limite del 13%s.s. I due campioni di granella ottenuti sono stati trasformati e analizzati separatamente. I risultati (Tab. 2), hanno confermato l’importanza del contenuto proteico e hanno mostrato regolari incrementi della quantità di glutine e dell’indice alveografico W delle semole all’aumentare del contenuto proteico entro varietà. Come atteso l’altro indice alveografico P/L, influenzato maggiormente dalla qualità più che dalla quantità di proteine, ha un andamento meno regolare, verosimilmente legato a differenze nella composizione proteica delle tre varietà. Meno intenso è l’effetto sulle caratteristiche qualitative della pasta; infatti solo per il materiale ottenuto dalla varietà Grazia si ha una differenza nel giudizio globale tra i due campioni con diverso contenuto proteico, derivata da una marcata differenza nella valutazione del nervo e della collosità. Nessuna differenza si evidenzia per l’indice di giallo, carattere maggiormente dipendente dalla base genetica delle cultivar. In generale, i prodotti analizzati mostrano una qualità buona entro un range di variabilità limitato.

Considerando l’ambiente di coltivazione (Tab. 3), i valori medi non presentano differenze significative tra le quattro province marchigiane, nonostante si rilevi una qualità tendenzialmente migliore nella provincia di Ascoli Piceno. Comunque, in particolare si evidenziano i risultati ottenuti con la varietà Grazia, presente in tutte le province, i cui prodotti mostrano sempre una buona qualità ed equilibrate caratteristiche del glutine (elasticità ed estensibilità). Per quanto riguarda Meridiano, l’altra varietà coltivata in tutte le quattro province, si nota un prodotto con caratteristiche qualitative sufficienti-buone con notevole variazione degli indici alveografici.

 

            Per quanto riguarda il frumento tenero, riteniamo, pur avendo a disposizione i dati di un solo anno, di riportare anche questi risultati (Tab. 4) in quanto sono interessanti sia per le caratteristiche qualitative che produttive. In particolare sono state effettuate analisi sulla granella (peso ettolitrico, contenuto proteico) e sulla farina (alveogramma, farinogramma ed amilogramma) ed è emerso che la varietà “Buon Pastor” ha delle buone e soprattutto costanti caratteristiche quanti-qualitative per un panificabile. La varietà “Sagittario” è caratterizzata da una certa rigidità, per cui conferma di essere un frumento di forza.  

 

CONCLUSIONI

Tenendo presente che i suddetti risultati necessitano di ulteriori conferme nei prossimi anni, sono comunque emersi dei risultati che hanno evidenziato delle varietà con caratteristiche produttive e qualitative interessanti.

Attualmente grazie alle attività di sperimentazione e dimostrativa riteniamo di avere una conoscenza completa delle caratteristiche dei materiali sementieri, che può essere utilizzata per indirizzare le scelte dei produttori verso quei materiali che meglio rispondono in questione di qualità e produttività.   

 

a cura di

Pierluigi Crescentini, Catia Governatori

Centro Operativo Produzioni Agricole - A.S.S.A.M.

Daniela Sgrulletta

Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura Sezione di merceologia dei prodotti di Roma

 

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